giovedì 28 febbraio 2013

Si parte dai dati della popolazione pratolana... e a giugno ci vediamo a teatro

Il nostro corso sull'intercultura è iniziato il 13 febbraio. Si concluderà a giugno, con una rappresentazione teatrale a cui ci sta preparando il regista Mario Fracassi. Per prima cosa abbiamo riflettuto sul concetto di «villaggio globale», che ci spinge ad essere cittadini del mondo.

Questo significa aprirsi ad altre culture, conoscerle e rispettarle. Impariamo, così, a vivere il mondo - e nel mondo - senza smettere di essere cittadini di una piccola realtà, quella del nostro paese d'origine. Ecco perché diventa necessaria, oggi, un'educazione alla mondialità non solamente per noi ragazzi, ma anche per gli adulti.

Si viaggia tutti i giorni attraverso la rete. Si viaggia per studio, per andare in vacanza, perché si cerca un lavoro. Ci soffermeremo su questi ultimi itinerari, chiamati «della speranza». Nei libri di storia abbiamo spesso trovato il termine «migrazioni». Con questo corso ascolteremo dal vivo storie di migranti venuti a Pratola o andati via dal nostro paese.

Siamo partiti da un dato: la popolazione pratolana conta attualmente 7809 residenti. Di questi, 632 sono stranieri e provengono soprattutto dall'Albania (286), dalla Romania (122) e dal Venezuela (42). Molti di noi hanno anche parenti in Venezuela. Mercoledì 6 marzo incontreremo il responsabile dell'ufficio anagrafe del nostro Comune, la dottoressa Henryka Bogacka, per farle delle domande. Ci siamo divisi in tre gruppi, uno per ogni stato maggiormente rappresentato a Pratola.

Ogni gruppo si soffermerà su favole e fiabe, giochi, nomi, musica e danze popolari, religione, lingua, cucina, feste, modi di dire e altre caratteristiche e tradizioni del paese che gli è stato affidato. Solamente con la conoscenza possiamo diventare più consapevoli. E più grandi.




 

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