giovedì 2 maggio 2013

Una storia musulmana: il tesoro della caverna

Da una storia musulmana letta in classe, che ci ha fatto riflettere sul potere delle buone azioni. E sulla loro importanza in tutte le culture.

Dopo una lunga giornata di lavoro, tre contadini presero la scorciatoia che attraversava la montagna perché avevano fretta di tornare a casa. Giunti ad un certo punto, si fermarono di botto: davanti a loro un enorme macigno si spostava lentamente rivelando l'ingresso di una caverna. I tre contadini guardarono all'interno e scoprirono, stupefatti, un immenso tesoro. I tre uomini si precipitarono nella grotta, pazzi di gioia. Si tuffarono dentro quei mucchi d'oro, ridendo e lanciandosi addosso manciate di monete. Erano così eccitati che non si accorsero che il masso stava richiudendo lentamente l'ingresso della caverna.

Quando si resero conto di essere rimasti prigionieri là dentro, tentarono con tutte le forze di spostare il pesante macigno. L'idea di morire di fame senza che nessuno venisse in loro soccorso li terrorizzava. Allora uno dei tre contadini disse: «Sentite, esiste un'antica leggenda secondo la quale un uomo prigioniero sarebbe riuscito a liberarsi grazie al racconto delle sue buone azioni. Perché non proviamo anche noi?».

Non avendo altra speranza, gli altri due si dissero d'accordo ed il primo cominciò il suo racconto:

una sera, tornato da un lungo viaggio, andai a trovare i miei vecchi genitori. Benché fossi stanchissimo, preparai loro un buon pranzo e misi in ordine la loro piccola casa. Aspettai che avessero finito di mangiare per nutrirmi a mia volta e solo allora tornai a casa a riposarmi. Se ciò che dico è giusto, che l'ingresso di questa caverna si apra!

I tre uomini rivolsero uno sguardo pieno di speranza verso l'ingresso della grotta. Con un rumore sordo, il macigno si spostò leggermente e lasciò passare un filo di luce. Incoraggiato da questo primo segno, il secondo prese a parlare:

alcuni mesi fa, un uomo vendeva una schiava sulla piazza del mercato. La fanciulla era meravigliosamente bella. Vedendola singhiozzare disperata, ho dato fondo a tutti i miei risparmi e li ho passati al mercante perché la liberasse. Se ciò che dico è giusto, che l'ingresso di questa caverna si apra!

A queste parole, il macigno si spostò di nuovo e l'apertura si allargò, ma non abbastanza da far passare un uomo. Allora il terzo contadino prese la parola:

molti anni fa, assunsi una decina di braccianti per coltivare un campo. Quando ebbero terminato il loro lavoro, soltanto nove uomini si presentarono a riscuotere la paga. L'ultimo era sparito senza aspettare il suo salario. Con quel denaro comprai una mucca. Con il passare degli anni, la mucca partorì parecchi vitelli, che si riprodussero a loro volta sino a formare una vera e propria mandria. E un bel giorno il bracciante si presentò per chiedere la sua paga. Quando gli feci vedere tutte le bestie che gli appartenevano, lui sulle prime pensò che lo stessi prendendo in giro. Dopo che gli ebbi spiegato tutto, se ne andò contento con la sua mandria. Se ciò che dico è giusto, che l'ingresso di questa caverna si apra!

In quello stesso istante, il macigno ruotò lasciando entrare un fiotto di luce. I tre uomini si precipitarono fuori, rallegrandosi di aver compiuto delle buone azioni, grazie alle quali erano di nuovo liberi di tornare nelle loro case.

Nessun commento:

Posta un commento