domenica 7 aprile 2013

Francesco Pace ci racconta i suoi 56 anni in giro per il mondo

Qualche giorno prima di Pasqua, nell’ambito del nostro corso sull’intercultura, abbiamo ospitato in classe il signor Francesco Pace. Ci ha raccontato della sua avventurosa vita in giro per il mondo e della decisione di tornare a Pratola Peligna, la città natale, dopo 56 anni. Ora ne ha 85. Dialogare con lui è stato molto interessante e formativo, anche perché ascoltarne la storia significa conoscere le culture che ha incontrato lungo il cammino. Non sono poche.

Il signor Pace è stato ben contento di rispondere alle nostre numerose domande. Eravamo incuriositi dalla scelta di un ragazzo di 16 anni di lasciare tutto, di arruolarsi in Marina e di partire. Ora lui di storie ne ha da raccontare, tanto che scrive libri e romanzi. Dipinge e compone pure poesie in dialetto pratolano. Ha vinto molti premi. Quante cose ispira una vita da viaggiatore! Lui, però, ci ha detto che il cuore è rimasto sempre abruzzese perché abruzzese è l’amore della sua vita, Teresa Silvestri. Si è sposato a 24 anni, lei ne aveva 19.

È nato a Pratola Peligna, il nostro paese, nel 1928. Da piccolo, accompagnava tutti i giorni la sorellina in spalla da Pratola a Raiano. Poi andava a scuola sudato e la maestra gli bacchettava le mani. I genitori, Vincenzo e Anna, erano contadini. Lui sognava una vita diversa. Così entrò in Marina, ma, dopo tre anni di viaggi, si fermò in Venezuela, a Caracas, dove ha fatto il panettiere, il gelataio, l’operaio. Aveva già visto la Puglia, la Sardegna e cominciava a conoscere il mondo: Canada, Stati Uniti, Alaska, Colombia. Uno dei luoghi più belli che ha incrociato è stata la cilena Viña del Mar, la ciudad jardín (città giardino). Ci siamo accorti della sua commozione in classe mentre ricordava quei momenti. Dopo cinque anni in Venezuela, si è trasferito per trent’anni in Argentina, a Buenos Aires. Qui ha imparato a fare l’imbianchino e, poi, il decoratore. Decise di lasciare la ditta presso cui lavorava, prima come operaio, poi come socio, per mettersi in proprio.

Tra un episodio e l’altro, cita qualche parola in spagnolo e questo ci incuriosisce ancora di più. Il signor Pace ha avuto tre figli: Roberto, medico e direttore di un ospedale argentino; Marcella, che ha conseguito la maturità scientifica; Franco, ingegnere elettronico. Era molto geloso della moglie, tanto che negò più volte al comandante della nave di poter ballare con lei. E ricorda ancora le difficoltà incontrate quando, in viaggio, Teresa era incinta.

Il signor Pace racconta della prima volta che è salito sulla nave: gli hanno chiesto una «prova di forza». Tutti venivano calati in mare con una fune e c’era qualcuno che impallidiva perché non sapeva nuotare. E racconta anche che non sono mai mancate le difficoltà, anche nell’incontro e nello scontro con mentalità diverse. Così come non sono mai mancate le gioie.

Noi lo ringraziamo per la disponibilità e per la testimonianza e riportiamo una sua poesia in dialetto pratolano sull’emigrazione.


Ludovica Petrella
Sandro Trubiani
Matteo Tofano
Angela Cavallaro
Emilio Parao
Giada Zavarella
Mighena Xhihani
Lorenzo Ferrera
Nadia Xhihani
Alesia Hoxha
Francesca Ramunno
Bleona Paja
Vincenzo Di Cristofaro
Arianna Ballatore
Cinzia Liberatore
Sara Berardini
Giada Ferrera
Eleonora Critelli
Lucia Di Cioccio

Parlà d'emigrazione alla scole

Alla scole i quatreje a scutà
m'haje recriete sole a uardà,
accante a mmòje lu prufessore
mentre parleve de l'emigrazione.

Nu bbone segnale pe trapassà
accuscì dumane puté recurdà,
specie se làure so disciplinate,
s'ènne state attente s'ène mbarate.

Pe nèue làure so lu future nuostre
i na rossa gioie è pure la vostre,
scutàite i maestre i le maestre
ca nsiombre sete sempre chiù forte.

Se nen studiàite n-sete nionte,
truàite tante de contrattiompe;
se facete na bella preghiere
v'ajèute a superà tutte le barriere.

Gesù Criste va camòine a fianche
come se fusce nu cumpagne de banche.

Francesco Pace

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento